mercoledì 7 settembre 2011

Un matin d’oraNge




Ebbene sì, la moda mordi e fuggi avrà anche i suoi ineccepibili vantaggi (la volubilità che spesso ci travolge trova sempre di che essere soddisfatta) ma il mio dna tende a resisterle. E così nel mio armadio ci sono vestiti di oltre 10 anni fa. Magari riposano indisturbati per anni, e poi un bel giorno zac, ecco che faccio tornare in auge la vecchia gonna rossa. Ogni stagione aggiungo qualcosa ma mi trovo spesso a ripescare nel passato: sarà che indossare anno dopo anno – se lo amo davvero, fino all’usura! – un abito mi fa sentire così irrimediabilmente me stessa.
Posso quindi dire con assertiva sicurezza che la prossima estate porterò ancora il vestito a fiori arancio con allacciatura all’americana e gonna ampia di Zara (sarà soltanto per la terza stagione, un pivellino in confronto alle zeppe a listini ocra che quasi sempre lo accompagnano, comprati sulla Broadway quanti?, 5 anni fa?), stretto sopra la vita dall’obi che mi ha regalato la mia amica D. di ritorno dal suo viaggio di nozze in Giappone. E la pochette di cotone Marimekko (anche questa merito della mia amica D., all’epoca della sua vita helsinkiana).

Non vi pare un insieme spudoratamente allegro?

Un ultimo tocco per esaltare la mattinata radiosa: Les Nuits d’Hadrien di Annick Goutal.









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